Quando un materiale o un prodotto alla fine del ciclo di vita non è più considerato “rifiuto” dopo aver subito un trattamento? La Direttiva 2008/98/CE relativa ai rifiuti impone il rispetto di criteri rigorosi, in termini di prodotto, per la definizione di materiali di recupero come materie prime, piuttosto che dei rifiuti. In questo contesto, la Commissione europea ha presentato, il 7 gennaio, una proposta di regolamento del Consiglio e del Parlamento europeo, che stabilisce i criteri che determinano quando i rottami di rame non sono più da considerare rifiuti. Diverse relazioni dal Centro comune di ricerca della Commissione (CCR) hanno dimostrato che esiste una domanda e un mercato per rottami di rame che può essere utilizzato come materia prima per la produzione di metalli non ferrosi, a condizione che si possa considerare abbastanza puro. La proposta contenuta nel documento “End-of-waste Criteria for Copper and Copper Alloy Scrap“ del JRC e consultabile punta a fissare dei precisi criteri circa le caratteristiche qualitative che devono essere garantite, nonché metodologie e processi che devono essere implementati. Innanzitutto il contenuto di impurità (qualsiasi altro materiale) deve essere inferiore al 2% in peso ma non deve contenere ossidi di metallo, oli od emulsioni, grassi e lubrificanti in genere e comunque ogni sostanza pericolosa elencata nella Direttiva 2007/98/CE. La proposta tecnica affronta anche il tema della decontaminazione del rifiuto da sostanze pericolose e fissa i criteri di lavoro dell’industria del riciclo in modo che siano strettamente collegati alle esigenze degli utenti che se ne approvvigioneranno, nonché la salvaguardia dell’ambiente, realizzando di fatto uno standard di conformità.
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