Da un confronto a dieci anni di distanza (1999-2009) nell’UE27 il petrolio resta la principale fonte di energia con un 37% sul totale del consumo, con una crescita della domanda di gas dal 22% al 24%. Tuttavia in questi dieci anni l’input da fonte rinnovabile e quasi raddoppiato passando da un 5% a un 9%. Il nucleare ha mantenuto una quota all’incirca stabile del 14%, mentre il petrolio scendeva dal 39% al 37% e il carbone dal 18% al 16%. Secondo le fonti Eurostat sopra il 50% di fabbisogno di petrolio di cono Malta (100%) Cipro (96%), Lussemburgo (63%), Grecia (55%), Irlanda (52%) e Portogallo (50%). Le percentuali più elevate per quanto riguarda il gas spettano ai Paesi Bassi (43%), Italia e Regno Unito (38%) e Ungheria (36%). Per quanto riguarda invece i combustibili solidi i principali consumatori sono l’Estonia (58%) la Polonia (54%), la Repubblica ceca (41%) e la Bulgaria (36%). Per l’energia nucleare in testa la Francia (40%), seguita da Lituania (34%) e Svezia (29%), Austria (27%) e Finlandia (23%). Per energia rinnovabile, come solito, si intendono le componenti idroelettrica, eolica, biomasse, geotermica e solare. Tutti gli Stati membri hanno registrato nel decennio aumenti nella quota di consumo da fonte rinnovabile, con il primato, in termini di crescita relativa, della Danimarca che passa dal 7% al 17%, seguita dalla Svezia (dal 27% al 34%), dalla Germania (dal 2% all’8%), dal Portogallo (dal 13% al 19%), Svolacchia (dal 3% al 7%), Austria (dal 23% al 27%), Lettonia (dal 32% al 36%), Spagna (dal 5% al 9%), Slovenia (dal 9% al 13%) e Ungheria (dal 3% al 7%).
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