L’Italia finora aveva un massiccio scambio in entrata Nord Ovest (Francia e Svizzera) e una scarsa interconnessione a Nord Est verso Austria e Slovenia. Si conferma questo scenario a Nord con un’ulteriore intensificazione dei collegamenti con la Francia mediante il progetto in via di realizzazione della posa di un cavo da 1200 MW in corrente continua integrato nelle infrastrutture dell’A32 del Frejus. Ma la vera attenzione oggi è riposta dalle altre frontiere, prime quelle orientali. Infatti l’avanzamento tecnologico dei collegamenti sottomarini (testimonianza ne è il cavo SAIPEI di recente inaugurazione tra Sardegna e Lazio che detiene il record mondiale con la lunghezza di 1600 m) e la posizione centrale dell’Italia rispetto al bacino del Mediterraneo profila nuovi scenari di integrazione dei mercati. In particolare si guarda a quelli anche non direttamente affacciati sul mare ma che possono avere a disposizione surplus di potenza a basso costo, in particolare da fonte rinnovabile, come, ad Ovest appunto, il Montenegro, dove sono già avviati accordi in fase di realizzazione per 1000 MW. Ci sono proposte in fase di discussione con Croazia e Albania. La sfida della frontiera meridionale è ancora difficile, senza contare il problema delle tensioni socio-politiche, per cui i collegamenti con Algeria e Libia restano agli studi di fattibilità del progetto “Mediterrean Grid”, ma c’è un progetto di collegamento con un cavo da 1MW in continua tra Sicilia e Tunisia. E’ in fase di realizzazione il collegamento da 250 MW tra Sicilia e Malta in corrente alternata da 200kV). A Ovest si paventano collegamenti sottomarini non solo tra Liguria e Francia o con la Corsica, ma persino fino alla Spagna, quando il progetto più concreto resta il potenziamento del collegamento tra Sardegna e Toscana attraverso la Corsica, il SACOI, il primo al mondo in corrente continua con tre terminali.
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