La rete elettrica, storicamente di tipo centralizzato, ovvero concepita per raccogliere grandi quantità di energia dalle centrali di produzione e distribuirla ad un gran numero di utenti è in una fase di superamento . Grazie all’importante intervento di sofisticati sistemi di controllo e comunicazione infatti le reti da tipicamente unidirezionali e “passive”, dovrebbero diventare “attive” e cioè in grado di gestire sia i flussi di energia prodotta dalle grandi centrali (termoelettriche, idroelettriche etc). e sia quelli da produzione di media e piccola entità da fonti rinnovabili (fotovoltaico, eolico, termico, etc.). Quindi non sarà più sufficiente avere un controllo della produzione solo a livello nazionale, ma sarà necessario anche sulla piccola scala, al fine di monitorare, gestire ed integrare la distribuzione di energia prodotta in bassa e in media tensione proveniente da fonti rinnovabili. Infatti il principale motivo di questa evoluzione risiede proprio nella necessità di raggiungere, come obiettivo nazionale, un livello di produzione di energia da fonti rinnovabili del 17% entro il 2020. La rete “intelligente”, ovvero la “Smart Grid”, è una rete in grado di fare interagire produttori e consumatori, di determinare in anticipo le richieste di consumo e di adattare con flessibilità la produzione e il consumo di energia elettrica, gestendo con migliore efficienza i picchi di richiesta, evitando interruzioni di fornitura e riducendo il carico ove necessario.
Spesso viene fatta una similitudine con le reti informatiche, con le quali vengono condivisi anche i requisiti fondamentali di accessibilità, affidabilità, efficienza e flessibilità. Ad oggi molti progetti europei e nazionali sono in fase di avanzato studio e sperimentazione.
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