L’industria europea del gas Eurogas, sostiene la necessità di una maggiore attenzione della politica in vista degli obiettivi energetici e di un’economia a basse emissioni di carbonio. Infatti la politica energetica dell’UE non può essere attuata solo attraverso un maggiore uso delle fonti rinnovabili. La relazione di Eurogas, presentata a Bruxelles il 5 maggio scorso, esamina le prospettive a lungo termine per la domanda di gas e di fornitura fino al 2030 e sottolinea come i combustibili fossili rimarranno la spina dorsale dell’approvvigionamento energetico europeo nei prossimi 20 anni. A causa della sua pulizia, della sua flessibilità e della possibilità di essere impiegato nelle tecnologie a più alta efficienza, il consumo di gas naturale negli Stati membri dell’UE è previsto in un aumento tra il 14% e il 23% al 2030 rispetto ai valori del 2007. Rispetto al carbone, infatti, le emissioni specifiche di CO2 gas sono considerate il 50% più basse. Eurogas insiste sul fatto che qualsiasi strada praticabile per un futuro sostenibile deve quindi comportare un ruolo più ampio per il gas. L’associazione ritiene inoltre che, nonostante la crisi attuale della domanda, la situazione generatasi di conseguente eccesso di offerta non continuerà a lungo termine. L’evoluzione della domanda di gas a lungo termine richiederà forniture di gas naturale provenienti sia da fonti locali sia da un aumento delle importazioni, soprattutto a partire dal 2015; le riserve di gas in tutto il mondo sono abbondanti e l’Europa è in una buona posizione geografica per diversificare le sue forniture. L’ipotesi di Eurogas si basa su una stima ottimistica di crescita economica del 2% e di crescita in EU27 del consumo energetico dello 0,1% all’anno nei prossimi 20 anni. Ci si aspetta pero’, a fronte di questa crescita per la domanda di gas di oltre il 20% al 2030, anche una consistente riduzione della produzione in Europa (Norvegia compresa) che dovrebbe passare dai 250 Mtep del 2007, ai 200 del 2020 e infine ai 145 previsti per il 2030, richiedendo l’intervento di nuove importazioni.
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