Aggiornate al 18 ottobre scorso i dati sulle raccolte elaborate dal Centro di coordinamento Raee (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche) che segna il dato più negativo relativamente agli elettrodomestici come lavatrici, lavastoviglie, forni e piani cottura., sui quali sembra incidere in modo più marcato la crisi dei consumi. Per contrastare tale calo, le aziende stanno cercando di ampliare i rispettivi raggi di raccolta per poter pareggiare i numeri dell’anno scorso e non dover soffrire la sovra-capacità degli impianti e sopperire alla sempre più scarsa qualità dei materiali recuperati. Più precisamente ciò sarebbe relativo ai furti cui sono oggetto i componenti che devono finire ai centri di raccolta, che vengono svuotati anzitempo delle materie prime di maggior valore ricavabili: rame, alluminio, acciaio e ferro. A questo si aggiungono le problematiche relativi all’esistenza di canali paralleli che riescono a offrire prezzi competitivi per la raccolta ma con lo scopo di recuperare solo il materiale di valore abbandonando le carcasse o non completando il ciclo secondo le norme o trattando i materiali con mezzi inadeguati causando rilasci nocivi nell’ambiente. I centri autorizzati hanno un costo maggiore ma, oltre a garantire l’ottenimento del massimo riciclo sono particolarmente sensibili ai temi ambientali. La performance peggiore quindi è quella relativa alla raccolta appunto di lavatrici e lavastoviglie (-14%), poi seguono televisori e monitor (circa -9%), frigoriferi e condizionatori (-7%) e piccoli elettrodomestici (-2%). Crescono invece le lampadine (+6%). Il trend complessivo è quindi negativa con una media sulle tonnellate complessivamente raccolte che attesta la flessione attorno ai un -9%. I primi otto mesi del 2012 sono andati insomma decisamente male, non confermando i dati nettamente positivi dell’ultimo rapporto sulla raccolta 2011.
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