La Cina non perde l’abitudiune Cina di aumentare il target dei propri obiettivi in materia di energia solare. Sono stati almeno tre negli ultimi due anni gli annunci di crescita degli obiettivi in termini di installazione di potenza: dopo un primo obiettivo che prevedeva nel 2015 un tetto minimo di 5 GW, questo è stato quadruplicato a 21 GW e ora si apprestano a raddoppiare l’impegno per il fotovoltaico ancora una volta. Complice la sovracapacità produttiva dei pannelli fotovoltaici, minacciata anche dal protezionismo sempre più attento di UE e USA a contrasto del dumping dei pannelli cinesi, la Cina è in procinto di raddoppiare il proprio target per il solare fotovoltaico per la seconda: ora si aspetta più di 40 GW da installare entro il 2015. Secondo la Deutsche Bank, questo obiettivo è stato confermato da una fonte vicina al National Energy Administration, che ha anche confermato che non ci saranno opposizioni a tale impegno programmatico. La nuova scommessa è infatti prevista come ufficializzazione per l’aggiornamento al 12° piano quinquennale, mentre soli 18 mesi fa, il tetto era stato fissato a 5 GW, è stato progressivamente raddoppiato a 10GW, poi a 20GW, e ora a 40 GW. Questo fà pensare che presto anche l’obiettivo di lungo termine di 50 GW per il 2020 dovà essere rivisto al rialzo, più probabilmente anch’esso raddoppiato a 100 GW. Questa manovra riflette senz’altro il fatto che il costo del solare fotovoltaico continua a scendere bruscamente, e si configura ora come la scelta più economica in Cina ma anche come la scommessa per il futuro: i funzionari del governo cinese hanno detto che il solare fotovoltaico offrirà i prezzi più convenienti all’ingrosso, la maggior sicurezza e produttività rispetto al carbone o al gas entro la fine del decennio. Seppure la previsione al rialzo del target per il 2015 non dovrebbe essere considerata una sorpresa (il tasso di crescita degli impianti FV in Cina avrebbe dovuto portare a 7GW installati solo quest’anno) poichè se la Cina mantine il proprio tasso di crescita nel comparto da qui al 2015, ciò significherebbe almeno 30GW di potenza installata senza nessun intervento esterno. Secondo un rapporto di Deutsche Bank, la Cina inoltre si concentrerà sulla larga scala, collegando la rete degli impianti solari, che saranno principalmente costruiti nel Qinghai, Gansu, Xinjiang e Mongolia, alle regioni interne. Per realizzare questo piano, senz’altro ambiszioso, visto che l’attuale potenza installata è di appena 3,3 GW, il Governo ha previsto l’impegno dei capitali delle banche cinesi, che permetteranno di dare respiro ai colossi dell’industria fotovoltaica cinese (Yingli, Suntech, Trina Solar) che hanno visto un’impennata preoccupante delle scorte a magazzino a causa delle crisi mondiale e al calo della domanda. Le quotazioni dei prezzi medi dei pannelli, per tale motivo, registrano un -40% nel 2011. Complessivamente il Governo cinese sta smuovendo ben 46 miliardi di dollari per il piano di rilancio industriale legato alle energie rinnovabili inaugurato nel 2008, e questa cifra è quindi ora destinata considerevolmente a crescere.
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