La scarsa concorrenzialità del mercato energetico italiano unita a un mix decisamente orientato a favore del metano si ripercuote, secondo Bankitalia, in modo problematico sulle industrie e le famiglie con extracosti impressionanti (+5,6 miliardi e +4,4 miliardi dal 2008 ad oggi). Questo a vantaggio esclusivo dell’erario, poiché l’imposizione fiscale sui prodotti energetici in Italia è superiore di oltre il 40% alla media UE, seppure una parte è necessaria a finanziare gli incentivi alle fonti alternative. Sembra che sia la chiusura del mercato, testimoniata dagli esigui numeri di coloro che hanno sperimentato il cambio di fornitore (nel 2008 il 13% delle imprese e l’1,2% delle famiglie), quindi la mancanza di concorrenza, a tenere alti i prezzi che, rileva lo studio, comportano per le imprese bollette elettriche del 31% più alte dei concorrenti europei, sebbene siano alla pari per le forniture di gas; ma per le famiglie elettricità a +27% e gas a +13%.
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