Idrati di metano in Giappone: storica estrazione

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Dopo lunghe ricerche, il Giappone ha cominciato a raggiungere significativi risultati nel non facile obiettivo di estrarre e produrre a fini energetici, per la prima volta, gas naturale dai cosiddetti idrati di metano: composti solidi di acqua e gas che si formano in modo stabile in particolari condizioni di temperatura (vicina a zero °C) e pressione (circa 30 bar o superiore). Soprannominati anche con il nome di “cristalli di ghiaccio”, questi idrati sono giacimenti di metano imprigionati nel permafrost artico e soprattutto sui fondali oceanici di tutto il mondo. Il Giappone dal 2001 porta avanti un progetto da 100 milioni di dollari con l’intenzione di iniziare la prima produzione commerciale entro il 2020. Recentemente è stato condotto un esperimento a circa 50 miglia al largo di Nankai Trough, che ha prodotto 120.000 metri cubi di metano al ritmo di circa 20.000 al giorno per 6 giorni attraverso la semplice depressurizzazione degli idrati situati a oltre 3.000 metri di profondità. Il gas prodotto è stato bruciato in torcia data la mancanza di strutture per il trasporto e lo stoccaggio, ma il risultato rappresenta comunque una pietra miliare. Anche gli Stati Uniti si stanno muovendo attraverso la ricerca universitaria per accrescere le conoscenze della fonte energetica, la sua competitività economica ed i possibili rischi ambientali. Questi ultimi in particolare non sono ancora del tutto chiari, ma sono evidentemente potenzialmente gravi, essendo legati essenzialmente al rilascio incontrollato in atmosfera di enormi quantità di metano.

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