Dopo l’annuncio della Tepco dell’aumento del livello di radiazioni registratosi a fine estate nel sito di Fukushima e il nuovo impegno del governo a scongiurare innalzamenti dei livelli soprattutto delle falde acquifere e nel mare, si riapre definitivamente di nuovo il caso. Sembra infatti che lo scaricamento controllato in mare di parte dei grandi quantitativi di acqua contaminata al di sotto dei limiti legali e accumulata nella centrale non possa essere associato a questo fenomeno di innalzamento dei livelli registratosi a fine agosto che invece sarebbe di natura accidentale. Anche per questo motivo il governo ha deciso di intervenire direttamente con un piano da oltre 300 milioni di euro che avrà come obiettivo anche la realizzazione di una barriera contro ulteriori fuoriuscite di acqua radioattiva, mentre il resto verrà utilizzato per la decontaminazione dell’acqua prima del suo riversamento in mare. Le autorità giapponesi avevano più volte negato l’eventualità di una contaminazione dell’oceano a causa della perdita d’acqua, e sono state accusate quindi di aver minimizzato i rischi, mentre si stima già che entro il 2014 le acque contaminate arriveranno sulle coste della California, ma secondo le autorità la diluizione operata dallo stesso Oceano non dovrebbe far registrare valori preoccupanti.
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