Nonostante le riserve espresse in varie sedi, l’art. 51 della Finanziaria approvata dal governo introduce novità ed agevolazioni per quanto riguarda l’installazione di piccoli distributori domestici di metano per automobili. La norma, voluta da Roberto Calderoli, ministro della Semplificazione, è stata aspramente criticata dagli esperti del settore: secondo Assogasmetano, infatti, è stata voluta esclusivamente per assecondare gli interessi commerciali di alcune aziende, senza tener conto dei grandi problemi della sicurezza. Dato che un mini-distributore impiega dalle 9 alle 28 ore per alimentare un solo veicolo, contro la media dei 700 veicoli al giorno dei normali distributori stradali, l’associazione dichiara di non temere la concorrenza ed, invece, punta l’indice contro i possibili rischi relativi all’introduzione di tali apparecchi: per le installazioni domestiche, infatti, non è necessario nemmeno il Certificato di Prevenzione Incendi (CPI), nonostante possano essere utilizzate in garage o in adiacenza delle abitazioni; inoltre, un utilizzatore privato sarà, ovviamente, meno competente nella manipolazione di gas in pressione rispetto ad un addetto alla distribuzione professionale. Oltre alla sicurezza in sé, dunque, il rischio ulteriore è quello di una demonizzazione del metano per autotrazione conseguente a vari piccoli incidenti domestici che, avendo visibilità ed ascolto, potrebbero orientare l’opinione pubblica, frenando lo sviluppo del settore: esattamente il contrario di quelle che sono le intenzioni della Finanziaria. La manovra non è soddisfacente neppure dal punto di vista dell’efficienza economica: basti pensare che in Europa sono installati 3400 apparecchi domestici, che riforniscono, di conseguenza, 3400 veicoli, cioè il corrispondente di soli sei distributori aperti al pubblico; ossia, la media dei distributori che vengono aperti, in Italia, ogni mese. Infine, il metano per auto è un settore in forte espansione; gli esperti prevedono, in breve tempo, un aumento della capacità di rifornimento nazionale di ben 200 mila unità, grazie alla crescita della rete distributiva pubblica; per ottenere lo stesso risultato attraverso i nuovi apparecchi, questi dovrebbero essere installati in 200 mila abitazioni, con costi enormi e tempi lunghissimi.
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