L’Iraq è già il terzo esportatore di petrolio del mondo ed ha le risorse e l’intenzione di aumentare la sua produzione di petrolio nel prossimo futuro. I contratti presupposto di quest’azione sono già in atto e permettono di consolidare le sue ambizioni che avrebbero delle implicazioni tutt’altro che trascurabili sia per l’economia irachena, sia per il mercato mondiale del petrolio. Anche gli ostacoli a questa rapida crescita paventata sono enormi: di tipo politico, logistico, legali e normativo, finanziario, oltre che la mancanza di sicurezza e l’insufficiente manodopera qualificata a disposizione. Un esempio per tutti: nel 2011 la rete elettrica nazionale ha potuto soddisfare solo il 55% della domanda. L’Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE) ha studiato questi problemi con il sostegno e la stretta collaborazione del governo dell’Iraq e molti altri importanti attori e ha presentato un rapporto speciale della serie World Energy Outlook, che presenta i risultati dell’indagine. Il rapporto esamina il ruolo del settore energetico nell’economia irachena oggi e in futuro, valuta i proventi del petrolio e del gas e le esigenze di investimento, fornisce un’analisi dettagliata delle forniture di petrolio, gas ed elettricità fino al 2035, mettendo in evidenza le sfide dello sviluppo delle infrastrutture e la disponibilità di acqua. Il Vice Primo Ministro Iracheno per l’Energia H.E. Dr. Hussain al-Shahristani, lo scorso 10 ottobre ha espresso un pubblico ringraziamento e apprezzamento al dottor Fatih Birol e il suo team presso l’Agenzia internazionale per l’energia per la preparazione di questa relazione altamente informativa e costruttiva e le sue conclusioni per gli effetti positivi che impèlica sul presente e sul futuro iracheno sia dal lato economico sia dal lato del mercato mondiale dell’energia. Il settore energetico in Iraq è la chiave per la futura prosperità del paese e può dare un importante contributo alla stabilità e alla sicurezza dei mercati energetici mondiali. Il riscatto da tre decenni di conflitti e instabilità è proprio visto nello sviluppo diella gestione del potenziale effettivo di idrocarburi e dei ricavi risultanti che possono favorire lo sviluppo sociale ed economico del paese. L’ ambizione dell’Iraq di espandere la sua produzione di petrolio e gas non deve essere infatti limitata dalle dimensioni delle sue riserve di idrocarburi o dagli alti costi di produzione: l’aumento della capacità di produzione di petrolio può essere portata nel breve periodo (circa dieci anni) a un livello di quasi cinque volte superiore a quello odierno che è pari a 3 milioni di barili al giorno. Come tutto questo possa avvenire ovviamente sarà determinato dalla velocità con cui vengono rimossi gli ostacoli agli investimenti, dalla chiarezza su come l’Iraq prevederà di ricavare valore a lungo termine dalla sua ricchezza di idrocarburi, dalle condizioni del mercato internazionale e dal consolidamento della stabilità politica e dalla capacità di sviluppo delle risorse umane. Raggiungere un aproduzione superiore al 9 milioni di barili al giorno entro il 2020 comporterebbe il raggiungimento del più elevato tasso di crescita sostenuto nella storia dell’industria petrolifera mondiale, che si concentrerebbe soprattutto nel sud del paese, vicino a Bassora. Una risoluzione di divergenze sulla governance del settore degli idrocarburi aprirebbe poi anche le porte di una crescita sostanziale anche dal nord dell’Iraq, in cui i contratti aggiudicati dal governo regionale del Kurdistan, contestati da parte delle autorità federali, fanno di quelle zone le aree più attivamente esplorate del mondo. Il gas naturale può svolgere un ruolo molto più importante nel futuro dell’Iraq, riducendo il predominio del petrolio nel mix energetico nazionale. La raccolta e il trattamento del gas associato all’estrazione del greggio, gran parte del quale è attualmente bruciato in torcia, sarà infatti un passo fondamentale. Questo gas naturale, da solo, non sarà sufficiente a coprire la domanda prevista in Iraq, che supererebbe secondo le stime i 70 miliardi di metri cubi nel 2035, diventando il principale combustibile per la produzione di energia. Anche la crescente domanda di energia elettrica è fondamentale per lo sviluppo nazionale dell’Iraq, e anche se il Paese ora è in grado di produrre molto più di prima, le prolungate interruzioni di corrente sono ancora all’ordine del giorno in molte parti del paese. Si stima che l’Iraq abbia bisogno del 70% in più della capacità di generazione di energia per soddisfare completamente la domanda. Da qua al 2035, si stima che l’Iraq avrà bisogno di installare circa 70 GW e di allontanarsi contemporaneamente da un mix di alimentazione oggi prevalentemente sbilanciato verso l’olio combustibile, facendo affidamento su sistemi a gas a più alto rendimento, pena la rinuncia a circa 520 miliardi dollari in esportazioni di petrolio per una maggiore domanda interna. Con l’eccezione dello sviluppo dell’energia idroelettrica, la distribuzione delle fonti rinnovabili di energia si prevede che rimanga trascurabile rispetto al suo potenziales. I ricavi del petrolio implicherebbero inoltre una forte crescita economica e che non garantirebbe di per sè opportunità per la popolazione giovane e in crescita demografica. L’aumento dei redditi porterebbe sì ad un aumento del consumo di energia elettrica per gli elettrodomestici e di carburante per il parco veicoli in rapida crescita e per l’industria, ma la crescita sociale e la diversificazione delle attività dipenderà esclusivamente dal percorso strategico che sarà attuato. Tale percorso richiederà istituzioni forti e determinate per creare e perseguire politiche sane, per garantire una gestione efficiente e trasparente delle entrate e delle spese e per porre le basi necessarie per favorire la crescita degli emergenti settori non petroliferi dell’economia. Le risorse energetiche dell’Iraq oltre ad essere indispensabili per i mercati mondiali, possono assicurare all’Iraq un mezzo per rilanciare la propria economia e ad assumere un nuovo ruolo globale e di responsabilità che corrisponderebbe al suo potenziale e alla ricchezza delle sue risorse. Vi è un forte allineamento tra le esigenze del mercato globale rispetto alla crescita della produzione irachena e le esigenze dell’Iraq stesso per garantirsi delle entrate per costruire le fondamenta di un’economia moderna e prospera.
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