Mentre nel caso dei prodotti da costruzione le procedure da seguire sono stabilite a livello europeo, si mantengono regole proprie nazionali per quanto riguarda la classificazione della reazione al fuoco del mobili imbottiti destinati all’uso non residenziale. Non sembra al momento realizzabile nemmeno un ravvicinamento a livello europeo delle normative che prevedono mediamente la determinazione della classe definita sulla base della resistenza all’innesco di un dato prodotto con una fiamma che simula l’effetto di un fiammifero o di una sigaretta in combustione lenta. In Italia (come nel Regno Unito) si adottano criteri più severi e, per esempio, la prova è condotta applicando una fiamma da 40 mm per diversi tempi di applicazione e configurazioni, come descritto nella UNI 9157, la cui prima edizione risale al 1987. E’ stato recentemente pubblicato un aggiornamento alla suddetta norma (che segue l’aggiornamento precedente del 2008), che prevede una nuova definizione di materiale imbottito (abolendo un limite minimo di spessore a riposo, ed estendendo quindi la gamma di prodotti) e un nuovo metodo di preparazione dei campioni. Tale revisione è stata condotta sotto il coordinamento dei Vigili del Fuoco e aspetta un riconoscimento legislativo, poiché i decreti si riferiscono ancora all’edizione del 1987.
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