Le buone ragioni non mancano per il settore elettrotecnico, affinché si concretizzi l’opportunità di un rilancio del settore grazie all’adeguamento normativo degli impianti elettrici domestici, i dati parlano chiaro: 50 mila infortuni all’anno e quasi 10 milioni di abitazioni fuori norma. Riparare e mettere in regola gli impianti elettrici domestici inoltre è inoltre un’attività incentivata grazie alle detrazioni fiscali per le ristrutturazioni. ANIE, l’associazione che rappresenta le imprese elettrotecniche, spinge infatti per una legge che incentivi specificatamente e addirittura imponga una messa a norma graduale di tutte le abitazioni in Italia, promettendo un rapporto a breve nel quale sono certi di dimostrare i vantaggi economici (e sociali) derivanti da tale iniziativa. Per ANIE l’adeguamento degli impianti è una necessità che risale al lontano 1990 con la Legge n. 46, ma è mancato il controllo e il processo di adeguamento si è praticamente bloccato, senza contare il fatto che pur restando obbligatorie le verifiche, sono mancati i decreti attuativi e si è lasciato in mano ai Comuni l’onere economico delle attività, di fatto rendendo inattuabili i controlli.ANIA stima un 13% delle abitazioni a rischio incendio per corto circuiti a causa degli impianti inadeguati, mentre sarebbe quasi il 20% delle abitazioni a non disporre di un interruttore differenziale. L’industria elettrotecnica ed elettronica italiana vanta un fatturato di 63 miliardi di euro e 425 mila addetti, coprendo ben l’8% del fatturato aggregato del manifatturiero, circa il 9% dell’export impegnando l’8% dell’occupazione complessiva. Nello scorso anno le cifre hanno fatto un balzo indietro di oltre un lustro, registrando un crollo del fatturato del 12,1% e una flessione del 19,9% del mercato interno, mentre le esportazioni sono rimaste stabili. Con un grande piano di manutenzione dell’esistente, mettendo mano agli impianti obsoleti e fatiscenti, secondo ANIE si può risollevare le sorti del settore e prevedere occupazione e crescita, oltre che rispondere in modo adeguato al prossimo recepimento della Direttiva europea sull’efficienza energetica.
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