Non solo il comparto delle petroliere è oberato dall’eccesso di navi e dalla stagnazione della domanda di greggio: nel 2012, così come nell’anno precedente si è registrato il minor numero di ordinativi degli ultimi anni. Secondo l’indagine di Burke & Novi, se la flotta delle petroliere per gas naturale liquefatto rimanesse alle dimensioni attuali, quello del GNL rimarrebbe un settore remunerativo per gli armatori anche nella seconda metà di questo decennio, quando sono previsti sostanziali aumenti della capacità globale di liquefazione. All’inizio del 2013, la flotta delle metaniere ammontava a 367 navi, comprese le unità di rigassificazione galleggiante e le combinate per GNL e GPL dedicate ai traffici di metano. All’inizio del 2015, questa flotta sarà destinata ad aumentare probabilmente di oltre 400 unità, presumendo l’assenza di demolizioni vista la giovane età della flotta, che sarebbe pari ad una crescita di circa un quinto della stessa. Il pericolo all’orizzonte riguarderebbe quindi l’offerta di navi: meno di due anni fa gli ordini per le metaniere rappresentavano solo l’8% della flotta mondiale, ora sono pari a circa un quarto. Entro la fine del decennio si avrà effettivamente la necessità di più navi, tuttavia fino a tutto il 2015 facilmente molte rimarranno inattive in attesa di impiego. Circa 50 navi sono previste in consegna per la fine del 2014 e nel periodo sino al 2016 è prevista una riduzione dei carichi dall’Atlantico al Pacifico e la mancanza di nuovi impianti di liquefazione: questo significherà minore impiego, in particolare per le navi che saranno varate. Per mantenere i livelli di impiego sperati per le navi che probabilmente saranno in servizio nel 2015, ogni nave dovrà poter trasportare mediamente 11 carichi l’anno e questo richiederebbe 4.846 carichi globali annui, che vorrebbero dire un aumento del 25% rispetto ai livelli del 2012. La mancanza di nuova capacità installata invece di liquefazione significa che questo non potrà accadere e che il numero medio dei carichi per nave diminuirà con effetti negativi, ad eccezione del caso Giappone, che a seguito dell’incidente alla centrale nucleare di Fukushima, ha assicurato prospettive di crescita significative per i trasporti di GNL, ma il suo ritorno al nucleare potrebbe essere critico per il settore.
Category: Gas Naturale, Mondo, Trasporti Discussion: No Comments