Le emissioni di zolfo nei trasporti marittimi devono essere ridotta del 90% entro il 2020. A seguito dell’accordo, chiuso il 15 maggio ad un tavolo interistituzionale (Consiglio, Commissione e Parlamento) il progetto di direttiva aggiorna le norme per limitare il tenore di zolfo dei combustibili per uso navale, che ora deve essere confermato dagli Stati membri prima di essere approvato in seduta plenaria dal Parlamento e dal Consiglio. La nuova direttiva recepisce nel diritto comunitario le più recenti disposizioni in materia adottate già nel 2008 con la Convenzione Marpol, sotto gli auspici dell’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO) e aggiorna la direttiva attualmente in vigore (1999/32/CE) sul tenore di zolfo di alcuni combustibili liquidi. Oltre alle regole imposte dalla Convenzione Marpol, la direttiva stabilisce una serie di obblighi per le navi passeggeri che operano al di fuori delle aree protette e norme più severe per l’impiego del gas come mezzo alternativo alla ridurzione dell’inquinamento da zolfo. La nuova direttiva ridurrebbe inoltre il tenore massimo autorizzato di zolfo nei combustibili navali utilizzati in particolare nelle aree sensibili (es. nel Mar Baltico, nel Mare del Nord e nel Canale della Manica si passa da 1,5% (livello attuale) allo 0,1% a partire dal 1 gennaio 2015). Alcuni Stati membri (Germania, Paesi Bassi, Belgio, Francia e Regno Unito) hanno già ratificato tale decisione internazionale promossa dall’IMO e sono quindi già tenuti a rispettarlo. Le riduzioni del tenore di zolfo saranno ben più drastiche successivamente al 2020: dal 4,5% allo0,5%. L’IMO che ha definito questo standard, prevede comunque, prima della scadenza, di valutare la situazione in base alla effettiva disponibilità di combustibili conformi, con la possibilità di prorogare il termine fino al 2025, se necessario. Il Parlamento ha inoltre ottenuto l’eliminazione di tutte le esenzioni concesse ai sensi della direttiva del 1999. Tale testo infatti, osservando che i livelli di zolfo massimi applicabili nelle acque dell’UE, vale a dire 0,2% (applicabile a partire dal 2000) e lo 0,1% (rispetto al 2008) per il gasolio navale, potendo ciò porre problemi tecnici ed economici in alcuni Stati membri, aveva concesso una deroga alla Grecia per tutto il suo territorio, alla Spagna per le isole Canarie, alla Francia per i dipartimenti francesi d’oltremare e al Portogallo per Madera e le Azzorre. Il Parlamento ha però mantenuta aperta la possibilità di concedere aiuti di Stato a determinate condizioni, anche se il testo è piuttosto vago su questo punto, soprattutto in quanto la Commissione (che prevede di rivedere tutte le disposizioni sugli aiuti di Stato) non è in grado di fornire le informazioni necessarie in questa fase. Per raggiungere l’obiettivo fissato dalla nuova direttiva, comunque le navi saranno autorizzate ad utilizzare anche tecnologie che garantiscano risultati equivalenti (quali sistemi di trattamento fumi).
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