Così viene definita in un comunicato della Commissione Europea al Parlamento, l’opportunità di rilancio dello sfruttamento dei mari europei in un coordinamento comunitario che permetta di sostenere e sviluppare rapidamente a vantaggio del sistema europa i seguenti aspetti principali connessi alle attività marine: la navigazione e i trasporti; il turismo costiero; l’energia (eolica off-shore, maree, termica); le acqua-culture; l’uso delle risorse marine (esplorazioni minerarie e biotecnologie, specialmente nelle industrie farmaceutiche e cosmetiche). Se si sommano tutte le attività economiche che dipendono dal mare, il patrimonio di queste in UE conta per ben 5.400.000 posti di lavoro e un valore aggiunto lordo di poco inferiore ai € 500 miliardi di euro l’anno. Complessivamente, il 75% degli scambi commerciali all’esterno dell’UE e oltre il 35% all’interno avviene via mare. Nonostante questo, il settore riceve un finanziamento complessivo ritenuto piuttosto basso e che per il periodo 2007-2014 è stato pari a soli 40 milioni di euro, ma questo in considerazione del fatto che gli obiettivi di crescita del comparto possono essere supportati ricorrendo agli strumenti finanziari esistenti (sia quelli strutturali che del settore trasporti) vista la trasversalità delle attività che riguardano appunto quelle marittime. La relazione della Commissione vuole solo portare l’attenzione sul tema e possibilmente accendere un dibattito che permetta di garantire lo sviluppo di programmi sostenibili, il più possibile inclusivi circa le diversità delle attività svolte e soprattutto di lungo termine, garantendo la partecipazione delle popolazioni locali e promuovendo l’innovazione. E’ stato previsto un calendario delle pubblicazioni che dovranno affrontare puntualmente le strategie connesse con ogni settore e il primo scadenziato, essendo il 2013 l’Anno europeo del Turismo, sarà proprio quello del turismo costiero, il più importante in termini di occupazione e valore aggiunto generato. Anche le comunicazioni relative all’energia e alle acqua-culture sono previste per il 2013, mentre quello dello biotecnologie marine è atteso per il 2014. I principali settori di concentrazione delle strategie Ue elencati precedentemente non coprono esplicitamente il settore oil&gas, anche se evidentemente il know how connesso alla realizzazione e all’operatività delle stazioni off-shore ha un contributo significativo che non è certo ignorato. Per quanto riguarda le tecnologie èiù innovative nel campo energetico, le turbine sottomarine sono viste come molto promettenti: secondo i dati ricavati da alcuni impianti già realizzati al Nord della Scozia, che hanno fatto decidere di proseguire l’impegno con altri progetti in corso di realizzazione e vedono UK, Irlanda, Francia e Norvegia molto impegnate in quest’area di ricerca.
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