Approvato lo smantellamento definitivo della centrale nucleare di Trino

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Il Ministero dello Sviluppo Economico ha approvato il decreto per lo smantellamento definitivo della centrale nucleare “Enrico Fermi” di Trino (Vicenza) non più in attività dal lontano 1987. Lo rendono noto la Sogin (società di Stato per la bonifica dei siti nucleari) in un comunicato e l’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale). La centrale piemontese è la prima delle quattro centrali nucleari italiane (le altre sono quelle di Caorso, Latina e Garigliano) ad ottenere il decreto che consente di avviare le attività per la bonifica completa del sito con lo smantellamento e la decontaminazione: è la prima procedura del genere avviata in Italia sul piano globale di disattivazione di una centrale nucleare che potrebbe servire da stimolo per gli altri impianti. Nell’ambito del piano di disativazione, è prevista la permanenza nel sito dei rifiuti radioattivi, stoccati in idonee strutture di deposito temporaneo, fino al conferimento al Deposito Nazionale. Le operazioni di smantellamento potranno essere avviate l’anno prossimo solo dopo il trasferimento presso l’impianto francese di riprocessamento di La Hague del combustibile nucleare irraggiato. La centrale nucleare Enrico Fermi è costituita da un unico reattore da 260 MW di potenza elettrica netta ed alimentata con uranio a medio arricchimento moderato ad acqua leggera e raffreddato ad aqua pressurizzata (PWR). La centrale, la cui costruzione fù avviata nel luglio del 1961, entrò in funzione per la produzione di energia elettrica nel 1964 e, dopo essere passata ad Enel nel 65 a seguito della nazionalizzazione, ebbe un fermo di tre anni a seguito della rottura dello scudo termico del reattore. Riprese a lavorare per una decina d’anni, fino al lungo fermo a partire dal giungo 1979 per un aggiornamento ai nuovi standard di sicurezza (ad esempio sugli ausiliari elettrici) e gestionali e organizzativi. A seguito dell’incidente di Chernobyl dell’aprile del 1986 la centrale di Trino concluse il suo nono ciclo di combustibile e caricato il decimo nel marzo del 1987 smise di operare. Quando fù costruita era la centrale più potente al mondo (grazie ad una modifica impiantistica in corso di realizzazione) ed è stata in funzione per complessivi 10,6 anni, con una vita residua del 34% e ha elaborato 4,6 tonnellate di uranio producendo 23,8 TWh netti. Per la bonifica dell’impianto di Trino, il piano della Sogin ha previsto una spesa di circa 234 milioni di euro per le attività di smantellamento, di cui circa 52 milioni per il conferimento dei rifiuti al deposito nazionale. Conclusa la bonifica, il sito sarà restituito al territorio per il suo riutilizzo nel 2024, mentre il completamento delle operazioni di smantellamento è previsto per il 2019.

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