A Copenhagen i paesi più ricchi del pianeta si erano impegnati a costituire un fondo da 100 miliardi di dollari l’anno per aiutare i paesi in via di sviluppo ad affrontare i temi dell’emergenza climatica. A causa della crisi del debito ora sembra che questi soldi non potranno essere più stanziati: all’appello potrebbero mancare infatti ben 45 miliardi di dollari. Nel “World Energy Outlook 2011” della AIE, si spiega che per restare sotto la soglia critica di 2°C di riscaldamento globale, occorrono determinate e immediate azioni, che si traducono nel fatto che allo stato attuale già quattro quindi delle emissioni totali di gas serra consentite sarebbero già coperti dal patrimonio impiantistico esistente e in fase di realizzazione (centrali elettriche, edifici, stabilimenti industriali, etc..). E’ essenziale quindi ciò che avviene ed avverrà nei paesi che dovrebbero limitarsi ad emettere solo il quinto restante della torta e l’impegno che questi riusciranno ad assumersi per adottare le migliori tecnologie impiegabili (BAT). Però il carbone fornisce circa il 40% dell’elettricità mondiale e in economie emergenti come l’India e in forte sviluppo come la Cina arriva a percentuali altissime nel mix energetico, rispettivamente al 70 e all’80%. Dal 2007 le centrali a carbone possono ottenere dei Certified Emissions Reductions (CER) attraverso il Clean Development Mechanism (CDM), il meccanismo di compensazione che permette ai paesi ricchi di compensare le proprie emissioni comprando CER che finanziano progetti che dovrebbero ridurre le emissioni nei paesi poveri. Ma questo evidentemente non permette da solo, come strumento, di pareggiare il bilancio desiderato per rispettare i vincoli dello scenario più roseo che sappiamo prospettare circa le evoluzioni climatiche cui staremmo andando incontro. Attualmente ci sono decine di progetti di centrali a carbone, tutti in India e Cina che hanno chiesto di accedere al CDM, di cui diversi sono già stati ammessi. Questi impianti emetteranno comunque gas serra e non è affatto evidente che con queste misure si riuscirà a contenere il valore limite auspicato.
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