L’Agenzia Internazionale per L’Energia (AIE) pubblica un nuovo rapporto di allarme sul finanziamento ai progetti per la crescita dell’offerta di energia sul pianeta. La cosiddetta “povertà energetica” colpisce gran parte della popolazione del pianeta, impedendo l’erogazione dei servizi più essenziali. L’imperativo morale di sanare questa piaga che l’AIE si fa carico di sollecitare agli ambienti politici e alle associazioni umanitarie trova maggiori forze ora che le Nazioni Unite hanno dichiarato il 2012 “Anno internazionale per l’energia sostenibile per tutti”. Maria van der Hoeven, direttore esecutivo dell’AIE ha sottolineato che è necessaria un’azione collettiva immediata, perchè è inaccettabile che in troppi paesi ancora i bambini non possano fare i compiti e i cibi non possono essere conservati per mancanza di energia elettrica. Secondo l’AIE il finanziamento deve aumentare a più di cinque volte i livelli attuali ed essere accompagnato da riforme più veloci. Oltre 1,3 miliardi di persone, circa il 20% della popolazione mondiale, non hanno accesso all’elettricità, e 2,7 miliardi di persone, circa il 40% della popolazione, sono privi di un angolo cottura. Più del 95% di queste persone, si trovano in Africa sub-sahariana o in regioni in via di sviluppo dell’Asia. L’accesso all’energia sarebbe fondamentale per migliorare la loro vita, migliorando l’istruzione, la realizzazione della parità tra i sessi, il raggiungimento della sostenibilità ambientale, prevenendo le morti premature per malattie respiratorie, e accelerando la crescita economica globale e la prosperità. E’ sufficiente un investimento di soli 48 miliardi di dollari all’anno per fornire l’accesso universale all’energia entro il 2030, secondo i piani dell’AIE. Il 20% della popolazione mondiale sarebbe soddisfatta del minimo di domanda energetica considerato basilare per la sussistenza con meno del 3% del volume degli investimenti energetici mondiali, mettendo in risalto le aberrazioni sistemiche della società umana. Si sottolinea nel rapporto che non vi è infatti necessariamente una traduzione negativa tra il raggiungimento dell’accesso universale di energia e la sostenibilità climatica e la sicurezza energetica. Per fornire l’accesso di energia elettrica a coloro che ne sono privi, secondo le stime dell’Agenzia, comporterebbe un aumento delle emissioni di anidride carbonica del solo 0,7%. Al momento si richiede un maggiore intervento dei settori privati per aumentare gli investimenti del necessario, altrimenti nel 2030 oltre 1 miliardo di persone saranno ancora senza energia elettrica.
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