Il maggior produttore di Gas Naturale Liquefatto (GNL) è di gran lunga il Qatar, che è passato negli ultimi due anni da 42 a 105 miliardi di metri cubi anno, raggiungendo una capacità produttiva pari a un quarto del totale mondiale. Indonesia, Malesia, Australia e Algeria sono altri importanti esportatori di GNL, mentre tra 2009 e 2010 si è visto l’ingresso nel mercato dei produttori Russia, Yemen e Perù. L’Angola ha in programma di avviare l’esportazione nel 2012, e la Papua Nuova Guinea nel 2014. Attualmente l’Australia è destinata a diventare il secondo più grande esportatore di GNL dopo il Qatar, infatti ha intenzione di aumentare entro il 2016 la sua capacità produttiva di 60 miliardi di metri cubi. Anche se il mercato del GNL è ancora in crescita e ci si aspetta che aumenti il suo volume di circa un terzo nei prossimi 5 anni, crescite così repentine sono senz’altro da escludersi in futuro secondo gli esperti, anche considerando che le nuove principali riserve sono geograficamente concentrate nell’area del Asia-Oceania, dove si soffre carenza di infrastrutture. Ad oggi la domanda ancora è in leggero surplus, ma il consumo globale di gas dovrebbe aumentare da alcuni miliardi di metri cubi a oltre 16 (secondo previsioni che si basano sulla crescita economica del 4,5% in media). Nei prossimi cinque anni, la maggior parte delle forniture di GNL sono destinate a mercati non OCSE. Oltre a Cina, India e Taiwan, in pieno boom della domanda di GNL si prevede che provengono dal Sud-est asiatico: la Thailandia ha appena iniziato l’importazione di GNL nel giugno scorso e sarà seguita nei prossimi tre anni da Indonesia, Vietnam, Malesia e Singapore. Senza contare che c’è ancora incertezza sui piani energetici giapponesi, che se dovesse rinunciare in toto al nucleare, secondo lo scenario peggiore elaborato da AIE, passerebbe dagli attuali 15 a 30 miliardi di metri cubi anno di consumo.
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