Il Politecnico di Milano, giovedì 15 aprile 2010, ha presentato il Biomass Energy Report 2009, curato dall’Energy & Strategy Group della School of Management. L’Energy & Strategy Group è composto da docenti e ricercatori del Dipartimento di Ingegneria Gestionale e si avvale della collaborazione di altri Dipartimenti del Politecnico di Milano, in particolare del Dipartimento di Energia. Il tema affrontato è inerente il settore delle biomasse in senso molto ampio, vale a dire dal recupero energetico dei rifiuti solidi urbani, alla produzione di biocarburanti (bioetanolo e biodiesel), dall’impiego delle biomasse agro-forestali per la produzione di calore ed energia elettrica sino alla combustione del biogas prodotto dagli scarti agricoli o dai reflui civili e industriali, per un totale giro d’affari del comparto stimato in circa 4 miliardi di euro. Il gruppo di ricercatori e docenti che ha lavorato alla stesura del documento mette in luce i chiaroscuri di un settore che ha visto una crescita considerevole nonostante la recessione e che continua ad avere potenzialità di sviluppo promettenti.
Biomasse Agroforestali. È stimato in 970 mln € il volume d’affari complessivo generato dal mercato della produzione di energia elettrica di impianti a biomasse agroforestali nel 2009 in Italia, che con i suoi 7.558 MWt di potenza installata (pari al 50% di quella tedesca) si colloca al quinto posto tra i Paesi europei. Nel corso del 2009, le biomasse agroforestali hanno contribuito alla produzione di energia primaria nel nostro Paese per 5,2 Mtep, che corrispondono a circa il 2,7% del fabbisogno di energia primaria.Il segmento dei caminetti e delle stufe a pellet ad uso residenziale ha superato in Italia nel 2009 la significativa soglia di 1 milione di unità installate, portando il nostro Paese al primo posto per numero di installazioni. Dal punto di vista della filiera industriale, è possibile stimare in oltre 350 il numero di imprese che operano nelle diverse aree di business del mercato delle biomasse agroforestali, prevalentemente italiane. Si sottolinea la scarsa diffusione degli impianti di media e grande taglia: delle 12 nuove centrali a biomassa agroforestale installate nel 2008, solo due di queste vantano una taglia superiore al MWe. Questa apparente incongruenza trova spiegazione nel sistema di incentivazione, che prevede il meccanismo dei Certificati Verdi per taglie superiori al MWe e la tariffa omnicomprensiva per le taglie più piccole, che è molto più efficace nello stimolare gli investimenti, assicurando un ricavo certo per ogni kWh prodotto per un orizzonte di 15 anni, come sottolinea il Prof. Chiesa, quando, al contrario, i Certificati Verdi danno incertezza perchè legati ad un mercato non ancora maturo, influenzato da evoluzioni normative in corso. Eppure i margini di guadagno ci sono e restano alti, richiedendo quindi un sistema di incentivazione più sicuro, per poter diventare appetibili gli investimenti.
Biogas. Il mercato italiano del biogas è valutato in 500 mln €. Dei 3,4 GW di potenza elettrica installata di impianti alimentati a biogas in Europa, all’italia ne competono corca 450 MW, permettendole di occupare la terza posizione in classific con 500 impianti in esercizio e 500 imprese operanti.
Rsu. Il settore della termovalorizzazione dei rifiuti nel 2009 è stato stimato in 1 miliardo di euro con bel 168 imprese attive. A fronte delle 32,8 tonnellate di rifiuti prodotte in italia nel 2009 (corrispondenti a circa 550 kg per ciascun abitante), solo il 14% è stato recuperato energeticamente, mentre oltre il 53% è stato smaltito nelle discariche. Oggi in Italia sono presenti 53 impianti per il recupero energetico di rifiuti, in larga parte di piccole dimensioni con una potenza termica di 2.816 MWt ed una elettrica di 730 MWe. Si evidenzia come un sistema di raccolta che permetta, agendo su aree più vaste di territorio, di assicurare la materia prima a centrali di grande taglia che dovrebbero poter essere installate, permetterebbe di portare l’Italia a una politica di recupero energetico del rifiuto in linea con la media europea.
Biocarburanti. Il ruolo dell’Italia è invece decisamente marginale nel mercato europeo dei biocarburanti. Si contano ad oggi sul territorio nazionale 16 impianti di produzione di biodiesel in esercizio e 3 in fase di avanzata realizzazione. In questa filiera, la riduzione degli incentivi in termini di sgravi fiscali e la competizione dei biocarburanti da importazione sembrano prefigurare uno scenario certamente non molto promettente.
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