L’ultima analisi approfondita dell’AIE sulla politica energetica italiana risale al 2003 e, sulla base delle raccomandazioni contenute in tale precedente rapporto, si apprezzano i notevoli impegni assunti e i risultati conseguiti. Il quadro che è emerso ha permesso infatti di ritenere incoraggiante la situazione, alla luce degli obiettivi fissati dal pacchetto clima-energia dell’Unione Europea. In particolare si sottolinea come in materia di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra si sia attuato un Piano di Allocazione per il sistema di scambio delle quote di emissione all’interno dell’Unione (ETS), si sia incentivato il settore delle rinnovabili, i programmi in materia di certificati verdi e bianchi abbiano avuto successo, si siano diversificati i percorsi di approvvigionamento del gas, almeno in materia di transito e sia stata aumentata la capacità produttiva di energia elettrica, unitamente a processi di riforma dei settori e di semplificazione delle procedure, coerentemente con le esigenze comunitarie. Il direttore esecutivo dell’Aie, Nobuo Tanaka, presentando il rapporto 2009 ha quindi lodato gli sforzi dell’Italia sottolineando l’importanza della nuova stagione nucleare, che consentirà di diversificare il mix energetico, di ridurre la dipendenza dall’importazione di combustibili fossili e di limitare, almeno nel lungo termine, i livelli di emissione di gas serra. L’Italia si e’ data l’obiettivo del 25% di produzione da fonte nucleare al 2030 per il raggiungimento del quale devono essere operative nel 2030 da 8 a 10 centrali, con la prima entro il 2020. L’Italia deve prendere ancora pero’ maggiori iniziative per sviluppare una strategia di efficienza energetica più vasta, coerente e basata su dati comprovati: non è chiaro infatti quante misure proposte a favore del risparmio energetico potranno essere attuate o se il piano potrà ottenere i significativi livelli di risparmio energetico auspicati. Ad ogni modo, in seguito all’entrata in vigore della legge N°99/2009, il Governo sta lanciando un nuovo piano d’azione per l’efficienza energetica, con l’obiettivo di risolvere i numerosi punti deboli individuati. Si sono gettate le basi per lo sviluppo di un mercato energetico italiano competitivo e per una fornitura di elettricità caratterizzata da efficienza e sicurezza sul lungo termine, attraverso l’entrata di nuovi operatori nel mercato della generazione, una migliore pianificazione sul lungo termine della rete infrastrutturale e validi incentivi per sviluppare nuove capacità di produzione. Restano, tuttavia, ancora iniziative da finalizzare, in particolar modo nel mercato al dettaglio, dove non si evidenzia ancora la sussistenza di una reale concorrenza, in particolare mancano segnali di miglioramento percepibili da parte dei clienti finali. Anche sel settore del gas rimane ancora molto da intraprendere, soprattutto nel mercato al dettaglio, prima che i clienti finali possono beneficiare appieno delle riforme del mercato, ma è stato sottolineato come le misure prese, volte ad ad assicurare un accesso equo ai gasdotti e una concorrenza efficace nell’approvvigionamento, trasmissione e stoccaggio, siano largamente condivise. Inoltre la ricerca e lo sviluppo in campo energetico non sembra chiaramente definita a causa del decentramento di autorità e di una frammentazione delle responsabilità, che a volte complicano il processo decisionale e riducono l’impatto nazionale delle politiche. In tal senso, pero’, si evidenzia che anche se l’Italia preparasse e attuasse rapidamente una strategia unificata di misure nazionali, integrata con un maggior uso dei meccanismi flessibili previsti dal protocollo di Kyoto, è molto probabile che gli obiettivi previsti per il 2012 non possano essere raggiunti. Si sottolinea inoltre la difficoltà di far avanzare i progetti dalla fase di pianificazione iniziale alla fase di completamento. Nonostante numerose iniziative prese a livello dell’amministrazione pubblica centrale in questi ultimi anni, rimangono ancora problemi essenziali da risolvere, come testimoniano i ritardi nella costruzione di nuove strutture destinate al GNL, di nuove infrastrutture per la trasmissione di energia elettrica e di nuovi impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. Nelle circostanze attuali, è probabile che le proposte in materia di energia nucleare adottate recentemente possano incontrare ostacoli simili. Gli effetti di tali ritardi sarebbero molto negativi, in quanto l’aumento della capacità produttiva di elettricità è stato reso possibile soprattutto dall’utilizzo di gas, portando a un’accresciuta dipendenza dalle importazioni. Occorrerà, sulla base delle recenti disposizioni, intraprendere nuove azioni con l’obiettivo di chiarire a tutte le parti interessate, compreso il pubblico, quali sono i costi e benefici delle nuove infrastrutture e di coinvolgere nel processo, sin dall’inizio, tutte le parti in causa.
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