L’energia da fonti rinnovabili come unico antidoto contro il riscaldamento globale?

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Durante un recente summit organizzato dall’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), svoltosi a Parigi il 15 e 16 di marzo, un gruppo di 180 esperti ha sottolineato che le fonti rinnovabili possono svolgere un ruolo determinante nel limitare l’aumento globale della temperatura terrestre a circa due gradi. L’obiettivo principale dell’incontro era quello di esaminare lo stato di avanzamento del settore delle rinnovabili per individuare una serie di priorità d’azione, in un momento particolarmente opportuno. Durante i lavori sono stati presentati diversi scenari di sviluppo, grazie ai quali si è dimostrato che limitare l’aumento di temperatura entro i 2°C è ancora fattibile se si prende una decisione rapida ed efficace. Per poter raggiungere tale obiettivo, anche nello scenario meno ambizioso, le energie rinnovabili dovrebbero coprire il 45% dell’elettricità globale entro il 2035 (rispetto al 19% di oggi) e quasi il 20% della domanda totale di energia termica, mentre ai biocarburanti spetta il compito di soddisfare il 14% della domanda totale del settore trasporti. Occorrerebbe quindi accelerare lo sviluppo del settore, che sembra essere effettivamente decollato dalla metà del 2010, con 153 miliardi di dollari di investimenti rispetto ai 120 del 2009, grazie soprattutto al boom dei paesi asiatici. Le iniziative che saranno prese per accelerare tale sviluppo godrnno inoltre di sostanziali benefici, principalmente legati alla riduzione dei costi e dei tassi di interesse e il miglioramento delle reti di collegamento. Gli investimenti nelle rinnovabili continueranno però anche grazie all’indispensabile sostegno politico da parte dei governi, che si auspica divenire sempre più strategico e con obiettivi di lungo termine. L’AIE è sempre più convinta del ruolo chiave delle rinnovabili per il soddisfacimento della domanda crescente di energia, per gli aspetti di sicurezza energetica e per la mitigazione dei fattori legati al cambiamento climatico; il loro futuro, secondo il presidente Tanaka, è strettamente legato alla capacità di collaborazione e cooperazione che si realizzeranno nel prossimo futuro tra i responsabili di politica e finanza e le industrie.

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