Il fondo per le future infrastrutture dell’UE, battezzato “Collegare l’Europa” (Connecting Europe) ha un portafoglio di 50 miliardi di euro di e servirà a finanziare i progetti prioritari in materia di trasporti, energia e telecomunicazioni. La conferma della dotazione di 50 miliardi, di cui € 10 miliardi provengono dal Fondo di coesione (per finanziare progetti di infrastrutture di trasporto in stati membri con reddito nazionale lordo inferiore al 90% della media UE) arriva con il dettaglio delle cifre: la quota maggiore degli stanziamenti andranno alle infrastrutture di trasporto: 31,7 miliardi. Gli altri due settori sono praticamente sullo stesso piano: 9,2 per progetti di telecomunicazioni e 9,1 per l’energia. Il denaro servirà principalmente per finanziare i corridoi prioritari dei trasporti, dell’energia e delle telecomunicazioni, elencati in allegato alla proposta (l’elenco è stato già incluso nella scheda tecnica fornita con la proposta sulle prospettive finanziarie 2014-2020). La Commissione gestirà tutto, con l’assistenza di un’agenzia esecutiva come quella che esiste per la rete trans-europea dei trasporti (TEN-T). Il fondo fornirà aiuti diretti per progetti o strumenti di ingegneria di sostegno finanziario (prestiti, garanzie, fondi di investimento, prestiti obbligazionari, ecc.) e sarà possibile combinare i due tipi di finanziamento. L’idea è quella di creare un ambiente che stimoli gli investimenti privati, più che mai necessari. Infatti gli studi della Commissione mostrano che per soddisfare la domanda di trasporto, i costi di potenziamento delle infrastrutture dell’Unione europea sono stimati in oltre 1.500 miliardi per il 2010-2030; nel settore energetico, circa 200 miliardi di investimenti sono necessari per i gasdotti e le reti elettriche, mentre per rendere disponibile la banda larga a tutte le famiglie entro il 2020, circa 180 miliardi.La Commissione prevede una valutazione del fondo infrastrutturale e dello stato di avanzamento di progetti nel 2017.
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